Politiche di genere per la sicurezza sul lavoro

Politiche di genere per la sicurezza sul lavoro

Costruire politiche di genere sempre più efficaci nei luoghi di lavoro per aumentare la sicurezza e prevenire infortuni. Nel 2022, le malattie professionali “femminili” denunciate sono state 15.881, 1.003 casi in più, pari al 6,7%, rispetto al 2021. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano le più diffuse. Insieme a quelle del sistema nervoso, superano il 92% delle denunce femminili.

Circa il 15% di tutti gli infortuni al femminile del 2022 ha riguardato le lavoratrici con un’età compresa tra i 50 e i 54 anni. Gli infortuni femminili si concentrano per circa i due terzi al Nord (60,1%), seguito dal Centro (20,3%) e dal Mezzogiorno (19,6%). Inoltre, dei 133 casi mortali femminili avvenuti nello stesso anno, oltre un quinto, con 27 casi, riguarda la classe di età 50-54 anni.

Dossier donne

È la fotografia scattata da Inail, in occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo. Il Dossier propone un’analisi approfondita del fenomeno infortunistico al femminile, attraverso i dati mensili provvisori del biennio 2022-2023 e quelli consolidati del quinquennio 2018-2022.

Il Dossier donne, curato dalla Consulenza statistico attuariale e pubblicato ogni anno da Inail in occasione della Giornata internazionale della donna, rappresenta gli andamenti degli infortuni e delle malattie professionali declinati al femminile, secondo le principali variabili di interesse, tra cui l’età, la nazionalità, il territorio, l’attività svolta, la modalità di accadimento e le cause.

Distribuzione per settore di attività

Il 78,0% delle denunce di malattia professionale femminili nel 2022 è concentrato nella gestione Industria e servizi (contro l’84,2% di quelle maschili), quasi il 20% in Agricoltura. Il restante 2,1% nel Conto Stato con 335 casi su 545 totali, pari a più del 61%. Incide la forte presenza femminile tra gli occupati di molti settori del pubblico impiego, come la scuola e i ministeri. Il settore pubblico detiene il primato di incidenza percentuale femminile tra le denunce di malattia professionale.

Dal Dossier, in particolare, emergono vari aspetti legati al mondo del lavoro delle donne, fortemente condizionate dal triplice ruolo di moglie-madre-lavoratrice. Ad esempio, le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro rappresentano una fonte di rischio per la maggioranza delle lavoratrici.

Prevenzione di genere

“Per l’adozione di politiche di prevenzione efficaci – sottolinea Silvia D’Amario, Coordinatrice generale della Consulenza statistico attuariale – l’analisi dei dati per genere è una precondizione, al fine di individuare le aree di rischio sulle quali agire in maniera prioritaria. Ciò è tanto più vero oggi, alla luce di un quadro dei rischi professionali profondamente cambiato rispetto al passato, con la rapida evoluzione che ha caratterizzato il mondo del lavoro nell’ultimo ventennio, durante il quale diversi fattori, quali la tecnologia, i mercati, la demografia, il diritto del lavoro e le crisi economiche, hanno contribuito al mutamento. Un approccio consapevole al tema della sicurezza sul lavoro, quindi, non può prescindere dal riconoscimento delle specifiche caratteristiche legate alle differenze di genere, e questo lo si può fare solo producendo, diffondendo e promuovendo l’uso di statistiche che riscontrino le diversità tra uomini e donne sulla base di dati oggettivi ricavati dalle statistiche ufficiali, con l’obiettivo di fornire al decisore pubblico informazioni utili per l’individuazione e la costruzione di un sistema efficace di politiche di genere”.

Chiara Ceccarelli

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