La Commissione pubblica l’indice di competitività regionale 1

La Commissione pubblica l’indice di competitività regionale 1

Il 26 aprile la Commissione europea ha pubblicato l’indice di competitività regionale (RCI), una versione completamente riveduta di uno strumento ormai consolidato che misura le diverse dimensioni della competitività per tutte le regioni dell’UE su 11 pilastri che misurano diversi aspetti della competitività: “istituzioni”, “stabilità macroeconomica”, “infrastrutture”, “salute”, “istruzione di base”, “istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente”, “efficienza del mercato del lavoro”, “dimensione del mercato”, “preparazione tecnologica”, “sofisticazione delle imprese” e “innovazione”.

L’indice di competitività regionale 2.0, completamente riveduto, illustra che le regioni di Utrecht, Zuid-Holland e Île-de-France sono le regioni più competitive dell’UE e rileva, altresì, che esistono ancora notevoli differenze tra le regioni dell’UE, ma anche che le regioni meno sviluppate stanno recuperando terreno e migliorato la loro competitività nel periodo 2016-2022. Tutte le regioni degli Stati membri dell’UE orientale hanno registrato un miglioramento del loro livello di competitività; sono invece disomogenei i risultati delle regioni meridionali dell’UE che presentano livelli di competitività relativamente bassi. Nell’UE meridionale le regioni del Portogallo, della Spagna e della maggior parte della Grecia hanno migliorato i propri risultati (anche se queste ultime partivano da un livello molto basso), ma la maggior parte delle regioni italiane e cipriote si è allontanata dalla media dell’UE. I paesi più competitivi tendono ad avere un minor divario tra la regione della capitale e le altre regioni. Tale fatto evidenzia che le politiche e gli investimenti pubblici dovrebbero promuovere la convergenza verso l’alto, aiutando le regioni meno competitive a migliorare i loro risultati e recuperare il ritardo, ma garantendo nel contempo che le regioni più competitive continuino a prosperare. Le regioni più competitive presentano vantaggi significativi: in queste, infatti, il PIL pro-capite risulta essere più elevato, le donne beneficiano di condizioni quadro più vantaggiose e possono quindi ottenere risultati migliori; inoltre, è inferiore il numero di giovani donne che non lavorano, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET). Infine, le regioni più competitive sono particolarmente attraenti per i neolaureati, perché è più facile trovare lavoro. In riferimento all’importanza della politica di coesione per la competitività regionale dell’UE, i risultati dell’indice dimostrano come le regioni dell’UE abbiano ancora bisogno del sostegno dell’UE per migliorare la loro competitività e ridurre i divari tra di loro. La politica di coesione si conferma, dunque, la principale politica di investimento dell’UE a sostegno delle regioni per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Riguardo all’Umbria, la nostra regione si piazza al 164 posto sul totale di 263 regioni europee, con un indice di competitività 84.2.

Con valori che in generale riflettono quelli nazionali o aree regionali, i ritardi più evidenti risultano essere quello infrastrutturale fra gli indici di base, mentre la dimensione del mercato caratterizza il limite fra gli indicatori di efficienza. Più alto della media nazionale risulta invece essere l’indice dell’innovazione e della Salute fra quelli base.

Per maggiori informazioni: https://ec.europa.eu/regional_policy/information-sources/maps/regional-competitiveness_en