Si apre oggi, 11 marzo, la Settimana mondiale del Cervello. Iniziativa internazionale dedicata alla divulgazione e alla discussione delle ultime scoperte nel campo delle neuroscienze.
Secondo le indicazioni del Piano Globale di Azione dell’OMS recepite dalla SIN (Società Italiana di Neurologia), la Salute del Cervello è quella condizione in cui “ogni individuo può realizzare le proprie capacità e può ottimizzare il proprio funzionamento cognitivo, emotivo, psicologico e comportamentale per affrontare le situazioni della vita”, nella convinzione che un approccio complessivo a tutti questi aspetti possa migliorare il benessere mentale e fisico del singolo e ridurre l’impatto e il peso delle malattie del cervello sui malati e i caregivers, sul sistema sanitario e sul contesto sociale ed economico.
Il Cervello, sottolinea la Società Italiana di Neurologia, viene considerato come un unico sistema complesso in relazione con l’ambiente fisico e sociale, dove le due componenti operano insieme e si influenzano reciprocamente. Salute del cervello non vuole dire quindi assenza di malattia, ma implica avere stili di vita sani, fare attività fisica, avere una alimentazione sana, astenersi da alcol e fumo, evitare o controllare lo stress, prevenire problemi di salute, restare attivi da un punto di vista cognitivo, avere relazioni sociali.
I NUMERI
Tra il 1990 e il 2021, i disturbi neurologici sono stati la principale causa di disabilità e la seconda causa di morte a livello globale, con nove milioni di decessi all’anno. Lo stroke, le demenze, le cefalee, l’epilessia, le oltre 1.400 malattie genetiche e rare affliggono milioni di persone e hanno una particolare rilevanza in Italia dove, con l’invecchiamento della popolazione, assistiamo a un aumento delle malattie neurologiche e mentali correlate all’età.
Nel nostro Paese, oltre 7 milioni di persone soffrono di emicrania, 12 milioni soffrono di disturbi del sonno e sono oltre 1.200.000 le persone affette da demenza, di cui 720.000 da malattia di Alzheimer. Sono 800.000 i pazienti con conseguenze invalidanti dell’Ictus, patologia che ogni anno fa registrare 180.000 nuovi casi, e 400.000 coloro che sono colpiti da Malattia di Parkinson. Per quanto riguarda la salute mentale, sono state poco meno di un milione le persone con disturbi mentali assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020, con una crescente percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni.
Secondo diversi studi epidemiologici, un italiano su cinque soffrirebbe di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione, un dato di prevalenza che supera quello della media europea. Durante la pandemia da Covid-19, è aumentata l’attenzione sulle problematiche legate alla salute del cervello: stimato un aumento del 25% della prevalenza di depressione e ansia nel primo anno della pandemia, in particolare tra i giovani.
APPROCCIO OLISTICO
Le malattie neurologiche e le malattie mentali colpiscono ad oggi oltre la metà della popolazione italiana. A livello globale, le malattie del cervello rappresentano la principale causa di disabilità e la seconda causa di mortalità, con un carico destinato ad aumentare con la crescita e l’invecchiamento della popolazione.
Una buona salute mentale consente agli individui di realizzarsi, di superare le tensioni quotidiane, di lavorare in maniera produttiva e di contribuire alla comunità.
La salute mentale è parte integrante della salute e del benessere, come si evince dalla definizione di salute che si trova nella Costituzione dell’OMS: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”. La salute mentale, come altri aspetti della salute, può essere influenzata da tutta una serie di fattori socioeconomici sui quali è necessario agire attraverso strategie globali di promozione, prevenzione, trattamento e recovery in un approccio di government globale.
Chiara Ceccarelli