Facendo seguito al piano d’azione per l’economia sociale 2021 (https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1537&langId=en), la Commissione ha presentato un pacchetto contenente una proposta di raccomandazione del Consiglio per esortare gli Stati membri ad elaborare strategie globali per l’economia sociale. La finalità del provvedimento è quella di promuovere un contesto favorevole all’economia sociale in tutti i settori coinvolti, adeguando i quadri politici e giuridici, favorendo la creazione di posti di lavoro di qualità, stimolando l’economia locale e rafforzando la coesione sociale e territoriale.
In Europa, infatti, sono attivi 2,8 milioni di soggetti dell’economia sociale, che impiegano complessivamente 13,6 milioni di persone, impegnate ad affrontare sfide importanti per le nostre società. I settori interessati sono vari, si va dai servizi sociali e di assistenza fino all’edilizia abitativa, alle attività ricreative e all’energia a prezzi accessibili; sono coinvolte società cooperative o mutualistiche, associazioni senza scopo di lucro, fondazioni e imprese sociali.
Tali organizzazioni svolgono un ruolo cruciale nell’affrontare le sfide sociali e promuovere condizioni di lavoro eque, coinvolgendo i lavoratori dipendenti nel processo decisionale e nella governance. Creano inoltre opportunità per gruppi sottorappresentati come le donne e i giovani e contribuiscono a rendere eque e inclusive le transizioni verde e digitale.
Nonostante il contributo che apportano alla società, incontrano spesso ostacoli nello sviluppo e nell’espansione delle loro attività, data la carenza di comprensione e riconoscimento dei loro modelli aziendali.
Per superare le difficoltà, le misure proposte mirano a:
- elaborare politiche del mercato del lavoro che sostengano gli addetti delle imprese sociali (ad esempio attraverso la formazione), promuovano l’imprenditoria sociale e garantiscano condizioni di lavoro eque grazie al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva;
- riconoscere il ruolo dell’economia sociale ai fini dell’inclusione sociale, ad esempio nell’erogare servizi sociali, di assistenza e di edilizia abitativa accessibili e di alta qualità, in particolare per i gruppi svantaggiati;
- migliorare l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati, compresi i fondi dell’UE;
- consentire l’accesso alle opportunità di mercato e agli appalti pubblici;
- avvalersi delle opportunità offerte dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia sociale, comprese le disposizioni relative agli aiuti all’avviamento, al reinserimento dei lavoratori svantaggiati e al sostegno delle infrastrutture locali;
- fare in modo che i sistemi fiscali sostengano l’economia sociale semplificando le procedure amministrative e prendendo in considerazione adeguati incentivi fiscali;
- sensibilizzare in merito all’economia sociale e ai suoi contributi, in particolare attraverso la ricerca e i dati.
La Commissione raccomanda, inoltre, agli Stati membri di utilizzare in modo ottimale i finanziamenti dell’UE disponibili, quali il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale e InvestEU, per assistere gli Stati membri nel promuovere l’economia sociale.
La Commissione è poi in procinto di varare uno sportello unico per il sostegno all’economia sociale raggiungibile attraverso il portale per l’economia sociale, uno sportello unico in rete, concepito quale strumento di sviluppo delle capacità, che informa i soggetti dell’economia sociale in merito a finanziamenti dell’UE, opportunità di formazione, eventi, informazioni specifiche per paese e dove reperire risorse aggiuntive.
Gli Stati membri ora discuteranno la proposta di raccomandazione del Consiglio formulata dalla Commissione in vista dell’adozione da parte del Consiglio. Una volta approvata, gli Stati membri dovranno adottare o aggiornare le loro strategie in materia di economia sociale entro 18 mesi.