Razionale del corso
E’ innegabile che, da un punto di vista squisitamente didattico-formativo, il tirocinio presso lo studio del Medico di Medicina Generale, è, per il futuro Medico di famiglia, un elemento centrale e irrinunciabile di un percorso formativo che abbia come obiettivo l’acquisizione di competenze professionali complesse.
Infatti, in Medicina Generale, come del resto in ogni professione, si può riconoscere un sapere dichiarativo, astratto, formale, generale, che deriva da un corpo di conoscenze teorico, e un sapere procedurale, specifico, basato sulla pratica di tutti i giorni, che ha a che fare con l’esperienza, con l’apprendimento lungo l’arco della vita lavorativa. Il sapere procedurale può essere trasmesso solo sul campo, attraverso l’esibizione della pratica del professionista, lasciando che il tirocinante, come un giovane apprendista, immerso nel mondo sanitario, sperimenti il “fare” e “l’essere” nella medicina del territorio.
Inoltre, a differenza di altre specialità, la Medicina Generale è esposta alla variabilità dell’ambiente: per questo sono necessarie abilità particolari (flessibilità gestionale e negoziazione) che possono essere apprese solo attivando processi di identificazione con un professionista maturo che motivi profondamente il sé professionale del tirocinante.
Si può affermare provocatoriamente che il segno lasciato dal Tutor non sia dovuto alla sua esperienza didattica o alla sua eccellenza professionale, ma al fatto che ogni medico, impegnato nel suo lavoro nell’ambito dell’assistenza territoriale e dotato di una certa esperienza, è portatore di una cultura professionale ricca, viva e presente, anche se difficile da esplicitare. Fare il Tutor per un Medico di Medicina Generale è una opportunità di mostrare la propria pratica e avere il coraggio di riflettere su di essa.
E’ l’unico modo che i medici, che lavorano nell’assistenza territoriale primaria, hanno per trasmettere il proprio modo di operare alle future generazioni di medici; è comunque una forma di attività didattica, e come qualsiasi attività didattica ha un suo metodo che deve essere appreso.
Infine, nel percorso di lavoro con i tirocinanti sorgono spesso difficoltà relazionali, momenti di sconforto: si tratta di un incontro tra due medici diversi, e in questo incontro, già difficile, si inserisce una terza persona, il paziente, che rende il lavoro ancor più complesso.
Si propone quindi uno strumento formativo propedeutico all’attività di Tutor che tiene conto di queste considerazioni ed è sensibile a queste difficoltà.
La formazione specifica in Medicina Generale consiste in un processo didattico-formativo di grande rilevanza perché ad esso è affidata, nell’arco del triennio, l’acquisizione, da parte del laureato in medicina e chirurgia, delle competenze peculiari del settore. Competenze che, integrate con le conoscenze di base acquisite nel corso di laurea, consentiranno al medico formato di affrontare nel modo migliore i delicati e spesso difficili problemi diagnostici, terapeutici, riabilitativi, medico-legali, ma anche, e ormai soprattutto, educativi, preventivi e più in generale di clinical governance e gestione delle cronicità. Problemi, tutti questi, presenti quotidianamente in un’attività svolta a contatto e con persone ammalate, spesso anche con pluripatologie, e con persone che soltanto temono di essere ammalate, e con persone a rischio per motivi di familiarità o di comportamenti scorretti.
A tutto ciò bisogna aggiungere:
la necessità, per il Medico di Medicina Generale, di rapportarsi con i colleghi specialisti, con l’ospedale, con il territorio (azienda-distretto, servizi socio-assistenziali, servizi di igiene mentale, servizi consultoriali, etc.);
le difficoltà derivanti e dalle incombenze sempre più pesanti di tipo burocratico-amministrativo (comunque ormai facenti parte a tutti gli effetti del bagaglio culturale del medico di medicina generale, necessarie quanto altre conoscenze scientifiche per l’espletamento di tale attività), e dagli effetti spesso distorcenti dei mass-media.
E’ logico allora che debba essere compito del Medico di Medicina Generale-tutor operare la trasformazione professionale” di un laureato in Medicina e Chirurgia in un Medico di Medicina Generale.
Al tutor non si chiede pertanto di insegnare la medicina in senso tradizionale, ma di aiutare ed assistere il collega in formazione nell’apprendimento delle caratteristiche e delle metodologie peculiari della Medicina Generale. Dovrebbe essere uno “sguardo vigile” quello del Medico di Medicina Generale-tutor, sul collega in formazione, continuo, globale, durante tutto il triennio e non soltanto per il periodo di sua stretta competenza, che peraltro, fra tutti i moduli, è il più corposo (12 mesi).
Per l’espletamento del ruolo tutoriale sono necessarie, da un lato, conoscenze, competenze ed esperienza nella pratica della Medicina Generale e, dall’altro lato, forti motivazioni personali nei confronti di un compito non facile, né agevole.
E’ importante, inoltre, che il tutor possegga quei fondamenti pedagogici indispensabili per rendere il periodo di tirocinio efficace, proficuo, pertinente al raggiungimento dell’obiettivo.
All’acquisizione di questi fondamenti è finalizzato il Corso per Tutor in Medicina Generale.